di Don Adriano Bertocchi
Facciamo un salto immaginario nel tempo.
Non nel passato, ma nel futuro.
Immaginiamo di trovarci alla notte del 24 Dicembre 2036.
Fra 30 anni esatti, dunque.
Alla stessa ora di adesso…
La chiesa è sempre questa: S.Giorgio martire in Schianno.
Anche la festa è sempre questa: il ricordo della nascita di Gesù.
Ma subito ci si accorge di tante differenze:
in chiesa al massimo ci sono una ventina di persone, nessun giovane.
Non mancano le luci, il presepe, la statua del Gesù bambino,
ma manca il sacerdote.
Nemmeno a Gazzada ce n’è uno, ma solo a Morazzone.
Per questo non si sta celebrando la Messa, bensì facendo solo una preghiera guidata da una donna ormai anziana sull’ottantina.
Oggi, se è presente, quella donna ha la mia età, circa 50 anni.
Non sono suonate un quarto d’ora prima le campane.
Un’ordinanza del Comune da anni ne vieta il suono:
per rispetto delle altre religioni e di chi non crede nel Natale, dicono.
Oggettivamente, a differenza di oggi, costoro sono in netta maggioranza sui pochi cristiani rimasti a Schianno.
La preghiera termina relativamente presto
ed ognuno se ne torna a casa proprie passando tra le nostre vie,
rimaste identiche con strisce di luci accese a intermittenza, addobbi alle finestre multicolori, scritte luminose che dicono: Buona festa d’inverno, Buon Anno…
Fuori dai luoghi di ritrovo gente festosa che beve, sghignazza, dice più o meno ancora “Auguri! Auguri!”
Solo a qualche vecchio scappa ancora un “Buon Natale!”,
ma è solo questione di sclerosi:
ricorda solo le cose passate e non quelle fatte mezz’ora prima.
Il portone della chiesetta dei Santi Cosma e Damiano rimane chiuso:
dentro non c’è alcun presepe da visitare.
Da alcuni anni non c’è più nessuno disposto a dedicare, quasi tutte le sere, due mesi di intenso lavoro per allestirlo.
…
Perchè siete così zitti?
Come mai non vi siete già distratti?
Forse perché qualcuno ha già intuito che queste cose dette non sono puro sfoggio di fantasia.
Di notizie brutte, più attuali e correnti, che potevano togliere serenità e bellezza a questo Natale non ne mancavano dal TG o dai giornali.
Ma queste per me più di tutte…
Ho sentito più volte al telegiornale nei giorni scorsi notizie del genere:
La famosa ditta svedese di mobili, l’Ikea, ha fatto togliere tutti gli alberi di Natale già posizionati nei loro grandi magazzini.
Parlava di gesto fatto per “rispetto verso le altre religioni”,
ma in realtà temeva solo la perdita di alcuni clienti che avrebbero potuto essere infastiditi da quei segni ancora troppo “cristiani”.
Cose simili sono accadute in america, negli Stati Uniti.
Molti ( non tutti ) politici ( sia democratici che conservatori ) in questi giorni di Natale hanno voluto togliere nelle loro adunate scritte e simboli chiaramente solo cristiani.
Troppo alto il rischio di veder perdere qualche voto.
Loro, ovviamente, parlavano di alta scelta di tolleranza e rispetto verso tutti.
In Inghilterra ormai è già normale che nelle cartolerie si trovino solo biglietti augurali assolutamente “purificati” da riferimenti cristiani.
Anche Babbo Natale sta lentamente per essere sostituito con scoiattolini infreddoliti sulla neve, passerotti incappucciati che si stringono in tenere coccole…
Di presepi sempre meno.
Tra poco spariranno per sempre, dicono gli esperti di sondaggi e statistiche.
In Italia sempre più frequentemente si vengono a sapere storie di presepi non permessi negli ingressi di scuole, di crocifissi tolti da ambienti pubblici… per i soliti problemi:
ormai siamo una società plurietnica e tutti vanno rispettati.
D’accordo, ci mancherebbe!
Ma è giusto che per una decina di persone da rispettare il centinaio restante debba rinunciare a dire serenamente, tranquillamente, gioiosamente di sé, della sua storia, della propria cultura…?
Ancora in Italia sempre più persone a Natale vanno in vacanza (giusto)
e si arrabbiano se manca neve, se manca puntualità all’aereo o al treno…
Non sono minimamente arrabbiati se manca la Novena di Natale, la Messa, la Confessione, la preghiera in famiglia…
Etc. Etc. Etc.
Miei cari,
stanotte da qui vi guardo tutti con particolare affetto e cuore.
Mai come quest’anno, dopo aver riflettuto su queste notizie ascoltate nei TG,
vi vedo tutti così volentieri.
Ognuno di voi è prezioso ed importante agli occhi di Dio, prima ancora che dei miei.
E però… desidero tanto scuotervi.
Non per farvi del male, non per rovinarvi la festa, ma per reagire bene insieme.
Non possiamo non reagire!
Prego Dio con tutte le mie forze che la scena immaginata all’inizio della predica sia fasulla ed esagerata.
Però già stanotte, se ci fate caso,
la chiesa è ancora piena, ma non più come una volta.
Vedo ancora ragazzi e bambini, ma so di tanti che (imitando i genitori) già non ci vanno più a Messa e non si sono confessati per Natale.
Il sacerdote a Schianno c’è ancora, ma per quanto ancora?
Fra trent’anni come sarà?
Non è che le parole del Vangelo di stanotte
“Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto!”
ci riguarderanno direttamente?
Sento di non poter più sottovalutare la cosa!
Per questo vi ho parlato così.
E spero una reazione coraggiosa e forte da parte di tutti.
Che ciascuno possa dire:
il Natale non deve morire per causa anche mia!
Vorrei quindi concludere adesso con una parola di fiducia e di gioia.
Fra trent’anni il Natale cristiano ci sarà ancora!
Anche fra trecento anni, fra tremila!
La forza di Dio si esprimerà ancora non in masse di cristiani come una volta,
ma in un piccolo popolo fedele e scelto
che sicuramente conoscerà ancora la voce degli angeli!
Sì!
Il Signore celebrerà sempre il suo Natale.
Troverà comunque e sempre alcuni cuori ( pochi, ma santi davvero ) che si commuoveranno alle parole del Vangelo di Natale:
“…E il Verbo si è fatto carne ed è apparso in mezzo a noi!”
Possa tu che mi hai ascoltato con attenzione essere tra quei pochi che un giorno sentiranno su di sè applicate da Dio stesso le altre magiche ed insuperabili parole di salvezza di stanotte:
“Ma a coloro che lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio!”.
martedì 26 dicembre 2006
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3 commenti:
PAROLE CHE MI HANNO VERAMENTE SCOSSO E MI FANNO MOLTO RIFLETTERE.
GRAZIE DON.
non dobbiamo attendere il 2036, il sacerdote manca già nel 2007.
Ho riletto per l'ennesima volta questa omelia e, come sempre, mi sono venuti i brividi.
Sarà veramente così?
No! Spero tanto di no!
Finchè ci saranno uomini come Lei, capaci di testimoniare e trasmettere l'amore di Dio: no! non sara così!
Grazie Don Adriano.
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